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PENSIONI DI REVERSIBILITA' - Inps annuncia il ricalcolo nel 2024 in base a sentenza della Consulta

La pensione di reversibilità è una forma di assistenza pensionistica rivolta ai familiari superstiti di un pensionato o lavoratore deceduto. I cambiamenti del 2024.

Sono cambiamenti importanti quelli che coinvolgeranno i beneficiari delle pensioni di reversibilità. Alcuni di loro subiranno infatti un riesame dell'importo, incluso il rimborso degli arretrati.

Questa disposizione è stata comunicata dall'Inps attraverso la circolare 108 del 2023. L'Istituto di previdenza ha recepito il principio stabilito nella sentenza della Corte costituzionale 162 del 2022, annunciando l'avvio del processo di riesame. Ecco tutte le novità introdotte:

Ricalcolo delle pensioni reversibilità, cosa cambia nel 2024

La pensione di reversibilità è una forma di assistenza pensionistica rivolta ai familiari superstiti di un pensionato o lavoratore deceduto. Questo beneficio è garantito al coniuge o alla persona unita civilmente al defunto. I beneficiari della pensione di reversibilità includono coniugi, figli minori o maggiorenni e altri eredi specifici del defunto.

L'importo della pensione di reversibilità varia in base a una percentuale calcolata in relazione alla pensione ricevuta in vita dal soggetto deceduto. La somma percepita dai superstiti si somma ai redditi del beneficiario, il che significa che l'assegno di pensione di reversibilità può diminuire all'aumentare del reddito dei superstiti.

La Corte Costituzionale, con la sentenza 162 del 2022, ha dichiarato la parziale incostituzionalità delle disposizioni in vigore, in particolare per la mancanza di un tetto alle decurtazioni del trattamento ai superstiti causate dal possesso di un reddito aggiuntivo. La legge 335 del 1995 stabilisce le seguenti decurtazioni in base al reddito posseduto dai vedovi o dalle vedove che ricevono la pensione di reversibilità:

nessuna decurtazione per redditi entro il limite di 23.345,79 euro;

25% di decurtazione per redditi compresi tra 23.345,79 euro e 31.127,72 euro;

40% di decurtazione per redditi compresi tra 31.127,72 euro e 38.909,65 euro;

50% di decurtazione per redditi superiori a 38.909,65 euro.

NOTA IMPORTANTE: Nel caso in cui nel nucleo familiare ci siano figli minori, studenti o inabili, non si applicano riduzioni.

L'importanza della sentenza della Corte Costituzionale

Per la Corte costituzionale il meccanismo di riduzione è irragionevole nella parte in cui consente l'applicazione di decurtazioni superiori al reddito aggiuntivo goduto dal beneficiario nell'anno di riferimento. Da qui l'applicazione di una modifica e di una integrazione dell'articolo affinché le decurtazioni non superino il limite dei redditi. Secondo i giudici, ridurre la pensione oltre la misura dei redditi conseguiti rappresenterebbe un danno per il superstite.

L'Inps ha comunicato di aver recepito la direttiva emanata dalla Corte costituzionale e che procederà a rivalutare e riesaminare d'ufficio i trattamenti pensionistici interessati, se l'importo delle trattenute superi l'ammontare dei redditi aggiuntivi annuali di riferimento.

GuardiaCivica - PENSIONI DI REVERSIBILITA' - Inps annuncia il ricalcolo nel 2024 in base a sentenza della Consulta

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