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DEF 2023 (doc. di economia e finanza) - Cosa contiene e perchè la politica non informa i Consumatori

DEF 2023 (documento di economia e finanza) - Cosa contiene e perchè lo scontro politico non aiuta i Consumatori a conoscerlo e capirlo. ROBERTO PELLA, Relatore. Grazie, Presidente Rampelli. Cari colleghi, Sottosegretario Freni, il Documento di economia e finanza 2023, del quale stiamo avviando l'esame, rappresenta il documento fondamentale per la definizione degli indirizzi di politica economica e di bilancio e per la programmazione delle diverse politiche pubbliche nell'ambito del coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri dell'Unione, nella cornice del cosiddetto semestre europeo.

Per quanto riguarda la cornice delle regole dell'Unione europea, il DEF, che oggi esaminiamo, si inserisce in un contesto nel quale la Commissione europea ha dichiarato di volere determinare, a partire dal 2024, la cessazione dell'operatività della clausola di salvaguardia generale prevista dal Patto di stabilità e crescita, la cosiddetta general escape clause, attivata nel 2020 e progressivamente estesa fino a tutto il 2023.

Già prima del manifestarsi degli effetti della pandemia del COVID-19, la Commissione europea aveva avviato un dibattito sulla riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita e della governance economica dell'Unione europea, che poi è stato ripreso, da ultimo, nel novembre 2022, con la presentazione degli orientamenti per la revisione delle regole della governance economica europea, incentrati sulla fissazione di una regola di spesa riferita alla cosiddetta spesa primaria netta, i cui valori obiettivi sono modulati diversamente per ciascun Stato membro, in base al diverso grado di sostenibilità del debito pubblico di quest'ultimo e sulla definizione di piani strutturali di bilancio a medio termine, comprensivi di obiettivi riferiti alla realizzazione di riforme e di investimenti.

Ricordo che, in merito, la Commissione bilancio ha formulato le proprie considerazioni nel documento finale approvato l'8 marzo scorso e che analoghe conclusioni sono contenute nella risoluzione approvata dalla Commissione bilancio dell'altro ramo del Parlamento il 9 marzo. Nel consiglio Ecofin, il Governo italiano, raccogliendo gli impegni più qualificanti indicati nel documento finale approvato da questa Commissione e nella risoluzione approvata dall'omologa Commissione del Senato, pur sostenendo le linee principali della proposta della Commissione europea, ne ha evidenziato alcuni punti critici, riferiti, in particolare, alla suddivisione degli Stati membri in tre categorie, in base ad analisi di sostenibilità del debito condotta dalla Commissione stessa e alla necessità di rafforzare il ruolo degli Stati nella determinazione di tali analisi.

Si è richiamata, inoltre, l'esigenza di rafforzare le interazioni tra la sorveglianza macroeconomica e quella di bilancio, di raccordare la revisione della governance economica con le discussioni in corso a livello europeo sul Green Deal e sulla riforma delle regole sugli aiuti di Stato, nonché la necessità di riservare un trattamento preferenziale agli investimenti pubblici volti a contrastare i cambiamenti climatici e a promuovere la transizione digitale, che rappresentano i due pilastri portanti del PNRR, e a quelli volti a sostenere le spese per la difesa derivanti dagli impegni internazionali assunti.

Il quadro macroeconomico tendenziale per il periodo 2023-2026, validato dall'Ufficio parlamentare di bilancio, prefigura un ritorno al PIL su un sentiero positivo già nel primo trimestre, con una ripresa economica più rapida di quanto non si prevedesse a novembre, grazie alla discesa dei costi energetici e all'allentamento delle strozzature dell'offerta a livello globale lungo le catene di approvvigionamento. Dopo la contrazione congiunturale dello 0,1 per cento, registrata nel quarto trimestre del 2022, si attende ancora un moderato aumento del PIL, sia nel primo che nel secondo trimestre 2023, sostenuto dal settore manifatturiero e delle costruzioni, seguito da una lieve accelerazione nella seconda parte dell'anno.

Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il PIL per il 2023 è, pertanto, previsto crescere, in termini reali, dello 0,9 per cento, in rialzo di 0,3 punti percentuali rispetto allo 0,6 per cento prospettato nello scenario programmatico della NADEF 2022.

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