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INFEZIONI OSSA E ARTICOLAZIONI: a Vercelli un centro di riferimento

Un percorso completo, che unisce diagnostica, chirurgia e terapia, e che comprende tutti i passaggi fondamentali per la cura della malattia, dalla presa in carico del paziente ai controlli e follow up post-dimissione. L’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, insieme al Cto di Torino, è diventato un centro di riferimento regionale per le infezioni alle ossa e articolazioni: ottenuto grazie alla stretta collaborazione di tre importanti realtà dell’Asl di Vercelli, le strutture di Malattie Infettive, Ortopedia e Laboratorio Analisi e Microbiologia, e di un’organizzazione interna al presidio che garantisce tutta la filiera nel trattamento delle infezioni osteo-articolari.

A ottobre il gruppo di coordinamento ha recepito il 'Percorso diagnostico terapeutico assistenziale' che definisce la procedura per accogliere al Sant’Andrea i pazienti colpiti da queste patologie, che in questi anni sono progressivamente aumentati. E questo ha consentito a Vercelli di diventare un centro di riferimento in Piemonte e non solo, in cui un paziente può essere ricoverato in un reparto con letti dedicati, e seguito con una terapia chirurgica e medica da uno staff infermieristico specializzato.

Il gruppo di lavoro vede al suo interno l’equipe di Malattie Infettive, diretta da Silvio Borrè, l’equipe dell’Ortopedia, diretta da Domenico Costantino Aloj, e quella del Laboratorio Analisi e Microbiologia, diretta da Fulvia Milano. Circa il 30% dei pazienti trattati nel centro presenta un’infezione alla protesi, una delle conseguenze che possono insorgere dopo l’impianto, evento sempre più frequente a causa del progressivo invecchiamento della popolazione: nel 2018 in Piemonte sono stati eseguiti circa 10.000 impianti.

Nella casistica rientrano anche infezioni ematogene come le spondilodisciti, infezioni su fratture, infezioni dovute a deficit vascolari come nel piede diabetico. Il centro di riferimento regionale del Sant’Andrea accoglie anche numerosi pazienti da altri ospedali piemontesi e da fuori regione oltre che dal nostro territorio.

IL PERCORSO

Il percorso prevede una prima visita, il cuore del processo diagnostico, il ricovero in ambito medico e il successivo, spesso inevitabile, ricorso all’intervento chirurgico. Il prelievo e la coltura di liquido sinoviale o altri tessuti permettono di effettuare un’accurata indagine e di intercettare l’agente infettante. “Il valore aggiunto del centro - spiegano Borrè, Aloj e Milano - sta nel poter effettuare, nello stesso ambulatorio, entrambe le valutazioni ortopediche e infettivologiche, e di procedere al prelievo del materiale da inviare al laboratorio di Microbiologia: tutto avviene all’interno dell’ospedale che si è dotato delle strumentazioni necessarie al trattamento dei biomateriali per l’identificazione dei patogeni.

Diversi centri ortopedici inviano al nostro laboratorio i materiali espiantati avendo riconosciuto la validità delle metodiche impiegate nella diagnosi". Tutta la filiera, dalla diagnosi alla cura e ricostruzione, è inserita in un unico ambiente: un punto di forza che certifica l’Asl di Vercelli come punto di riferimento a livello regionale per questo tipo di patologia.

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